Palude di San Genuario E’ una Riserva naturale della Regione Piemonte, nonché una Zona Speciale di Conservazione compresa nella Rete Natura 2000 dell’Unione Europea: unico sito in Piemonte dove nidifichino il tarabuso, l’airone rosso e il falco di palude; inoltre è presente la testuggine palustre europea. Il cuore di quest’area protetta è costituito da un ex allevamento ittico, ad accesso regolamentato, visitabile solo se accompagnati. Rif. Parco del Po, tel. +39 0142 457861, sportello@parcodelpo-vcal.it
Borgo di antica fondazione, così denominato dalla forte presenza di fontane zampillanti che scaturiscono dal suolo. Sarebbe stato edificato proprio dai monaci benedettini di San Genuario di Lucedio per ospitare le popolazioni dell’antica “Vetusta Cestis”, attestata come tappa lungo la strada romana Torino-Pavia e distrutta durante le invasioni barbariche. Fu certamente abitata in età longobarda, come attestano i reperti archeologici della necropoli, ora conservati al Museo di Antichità di Torino, rinvenuti nel 1886 durante gli scavi per la costruzione della ferrovia Chivasso-Casale. Intorno al Mille fu concessa all’abbazia di Fruttuaria che la divise con la Chiesa di Vercelli, ma nel 1242 fu eretta a “borgofranco” dal comune di Vercelli che all'inizio del Trecento ne perse il controllo a favore di Teodoro I Paleologo. Il marchese di Monferrato, approfittando delle difficoltà del comune vercellese dilaniato dai contrasti interni, occupò Fontanetto e lo cinse di mura (di cui restano alcune tracce nel centro storico). Estinta la dinastia paleologa, fu soggetta ai duchi di Mantova, poi, diventata terra di nessuno, fu oggetto delle scorrerie degli eserciti francesi e spagnoli, fino all’annessione all’inizio del Settecento allo stato sabaudo.
Chiesa parrocchiale di San Martino. Ha una imponente facciata in stile romanico normanno. Nell'interno, a tre navate, pregevoli lavori d’intaglio (pulpito, coro, confessionali). La Via Crucis è opera del pittore fontanettese Tommaso Pavia (Fontanetto Po 1839-1900). L’altare maggiore è in marmo con la porticina del tabernacolo in rame sbalzato e dorato, sovrastata da una piccola lastra di lapislazzuli. Nel catino absidale una grande pala d'altare raffigurante l'Assunzione della Vergine con i Ss. Martino e Bononio; prezioso il cinquecentesco Crocifisso ligneo (detto “Signur gross”), commissionato dalla confraternita della Santa Croce a Giovanni Francesco Biancardi di Trino; grandioso l'organo. Sul fianco sinistro della parrocchiale s’innalza la poderosa torre campanaria, interamente costruita in cotto, risalente al Mille.
Chiesa di San Sebastiano. L'antica parrocchiale, già dedicata a S. Martino, potrebbe risalire a prima del Mille, quando i monaci di San Genuario raccolsero gli abitanti dispersi sul territorio a causa delle ultime invasioni barbariche. La facciata in stile romanico è tripartita e decorata da eleganti archetti e fini modanature. All'interno il soffitto è a capriate scoperte, l’abside di forma semicircolare, su una parete affreschi quattrocenteschi con figure di Santi e della Vergine, di fronte il volto della Madonna disegnato da un militare della guerra 1915-1918, alloggiato con la sua compagnia. L’altare ha un trittico in stile barocco.
Chiesa della Santissima Trinità. Fu costruita dall'omonima confraternita alla fine del Quattrocento e ampliata nel secondo decennio del secolo successivo, quando fu innalzato il campanile e in seguito aggiunto il coro. L’altare è realizzato con marmi pregiati. Conserva opere importanti, tra cui un gruppo statuario ligneo proveniente dal Sacro Monte di Varallo e una tela di Orsola Caccia. Nell’arco sopra il “Sancta Santorum” un affresco ottocentesco del pittore Tommaso Pavia di Fontanetto Po.
Chiesa del Carmine (o di San Michele). Fu eretta nel Seicento. All'interno un altare ligneo piramidale, di stile barocco, con un gran numero di testine di angeli e una grande tela di S. Michele che uccide il drago, di autore ignoto.
Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Edificata in stile barocco verso la fine del Settecento, fu terminata nel secolo successivo. All'interno una grande pala d’altare di forma ovale raffigura i due Santi ai piedi di Maria Assunta, un angelo sorregge uno stemma gentilizio probabilmente della famiglia Negri, che ebbe il patronato della chiesa. Sulla cornice attorno alla navata i quadri degli apostoli. Il portone ligneo fu costruito nel 1757.
Casa Bava. Casa Bava fu la prima abitazione della comunità delle Orsoline. La facciata ha conservato tre finestre simmetriche in stile gotico e un arco dello stesso stile nel portone principale.
Palazzo Ovis. Pare appartenesse in origine alla confraternita della Santissima Trinità e fosse destinato a ospitare i pellegrini di passaggio che si recavano a Roma o in visita ai vari santuari. L’edificio è stato sede dell’antica farmacia, aperta nel 1689 da Felice Antonio Battista Ovis. Sulla facciata due finestre a sesto acuto con al centro dell’arco il monogramma di San Bernardino da Siena, il tutto in terracotta.
Ex Convento delle Orsoline. Nei due secoli di vita, prima della soppressione napoleonica del 1802 e la vendita ai privati dell’intero complesso, il monastero accolse molte monache che con le loro doti costituirono un notevole patrimonio. Oggi restano alcuni stabili attigui alla chiesa della Santissima Trinità, di proprietà comunale adibiti a foresteria, centro mostre, convegni.
Antico Mulino-Riseria San Giovanni. Venne costruito nel 1465, contemporaneamente alla Roggia Camera, realizzata per volere del marchese di Monferrato Guglielmo VIII Paleologo. L’acqua, proveniente dalla Dora Baltea, con la sua forza idrica aziona ancora tutti i macchinari della riseria. Una centenaria turbina Francis, tuttora funzionante, è posizionata in un bacino attiguo alla roggia che viene allagato aprendo una paratoia; un piccolo salto d’acqua fornisce l’energia meccanica sufficiente al funzionamento in modo ecologico di tutti i macchinari dislocati su tre piani per la pilatura del riso. Un percorso affascinante all'interno di un grande meccanismo fatto di alberi di trasmissione, ruote, pulegge, ingranaggi di legno, setacci ed elevatori mossi da cinghie di cuoio, tutto finalizzato alla complessa lavorazione del riso (apertura: tutti i giorni, su prenotazione per visite guidate; tel. +39.0161.840120; cell. 338.8721631).
Gemellaggio. Dal 1988 Fontanetto Po è gemellato con i 17 comuni del Canton de Verteillac (dipartimento della Dordogna nella regione dell'Aquitania).
Andrea Trevigi (metà 1500 - ca. 1628). Figlio di Guglielmo “mastro di sala” dell'ultimo marchese di Monferrato. Laureatosi in Medicina a Torino, esercitò la professione in varie città italiane. Nel 1596 fu nominato protomedico di Isabella e dell'arciduca Alberto d'Asburgo, governatore dei Paesi Bassi, e accreditato come “doctor Andreas”, docente e riformatore della facoltà di Medicina di Lovanio. Amico e collaboratore di Carlo I Gonzaga, fondò a Casale il Collegio di San Clemente (1623), gestito dai padri Somaschi.
Giovan Battista Viotti (Fontanetto Po 1755 - Londra 1824), celebre compositore e virtuoso del violino di fama mondiale. Sulla facciata della casa natale, di fronte alla chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, la targa commemorativa.
Negli anni 1970-1971 i pensionati di Fontanetto Po, sfrattati dal loro abituale ritrovo, acquistarono dall’azienda tranviaria torinese un vecchio tram in disuso, che fu subito chiamato “Mini”, come il padre del parroco di Fontanetto che per anni fu tranviere a Torino. Collocato in un punto strategico del paese, riparato e arredato, circondato da un giardinetto con la fontana, il tram diventò un frequentato luogo di incontro.
Piazza Garibaldi 5
via Viotti 29
specialità dolci di Fontanetto e biscotti di riso
via Viotti 22
via Po 3
Cascina Musella - Strada San Genuario 23
viale Stazione 3
via Po 7
corso M. Montano 44
corso M. Montano 37
via Apostoli 7
albergo e ristorante
Corso M. Montano 27
SP 31 bis del Monferrato, 10
corso Massimo Montano 50
Corso M. Montano 40
via Viotti 14
adiacente al Mulino San Giovanni
Strada Provinciale 31 bis
Per raggiungerla si prosegue la via sterrata a lato dell’Antico Mulino - Riseria San Giovanni in via Po 9
zona del Parco del Po
Fonte attrezzata (casetta dell’acqua): acqua potabile naturale o gasata funziona con chiavetta o con monete (5 centesimi al litro), non dà resto: Piazza I Maggio (Peso Pubblico).
Fontanelle pubbliche: Piazza Garibaldi e in piazza San Rocco