Trino

  • Unità territoriale Vercelli
  • Abitanti 7.437
  • Altitudine 130 m s.l.m.
  • Frazioni Robella, Leri, Lucedio, Montarolo

Parco Naturale del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino - Sopravvissuto fino ai nostri giorni grazie ad un sistema di amministrazione collettiva e di utilizzo che risale ai secoli medioevali: risale al 1275 la donazione che il marchese del Monferrato Guglielmo il Grande concesse ai trinesi del tempo. Il Bosco delle Sorti della Partepanza (590 ha), ultimo residuo di bosco planiziale del basso Vercellese, è un Parco naturale regionale (gestito dall’Ente di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino). La circolazione all’interno del Bosco delle Sorti della Partecipanza si svolge attraverso strade e sentieri, piste ciclabili e percorsi equestri appositamente segnalati. Partendo dal rifugio Crocetta è possibile effettuare un percorso ginnico attrezzato (percorso salute). Sede uffici Partecipanza dei Boschi, via Vercelli 3, tel. +39 0161 828642, info@partecipanza.it

Per alcuni l'origine del nome, derivante dal latino “Tridinum”, era in rapporto ai tre castelli un tempo presenti nel luogo. Densamente popolata in epoca romana, l'antica “Rigomacus” sorse come luogo di sosta sull'importante via di transito, di cui Quarti di Pontestura (“ad quartum”) verosimilmente prese il nome del miglio della strada per Asti. Recenti scavi archeologici hanno portato alla luce numerose testimonianze della “mansio” trinese. La dipendenza dal vescovo di Vercelli, anteriore al Mille, fu più volte confermata da diplomi imperiali, fino al passaggio sotto il dominio aleramico. Nel frattempo fu creato borgofranco. Le forti contese tra i signori di Monferrato e la chiesa vercellese si attenuarono solo nel Trecento con il marchese Teodoro I Paleologo, che dedicò molta attenzione alla fortificazione della città e alla sistemazione dell'antico castello, luogo di incontro di personaggi illustri (il papa Martino IV e l'imperatore Sigismondo). Presso la corte paleologa si affermò l'arte tipografica, di cui Trino (la “Lipsia italiana”) fu uno dei maggiori centri a partire dai primi antesignani fino alle splendide edizioni con rare incisioni dei Giolito de' Ferrari (nel 1913 fu posta una lapide nell'atrio del palazzo comunale). Conteso da Francesi e Spagnoli, fu teatro di numerosi assedi fino al passaggio definitivo al duca di Savoia, sancito dal trattato di Cherasco (1631). Trino divenne capoluogo di una vasta provincia che dal Po si estendeva fino al Canavese, una vasta estensione che rimase integra fino al 1707, quando la città fu inserita nella provincia di Casale. La successiva pace di Utrecht, che segnò il definitivo passaggio ai Savoia, diede alla città un lungo periodo di pace e stabilità.

Museo Gian Andrea Irico. Intitolato al grande letterato e storico settecentesco, il museo raccoglie reperti archeologici e materiale documentario sulla storia di Trino: monete, laterizi di vario genere, frammenti di ceramiche e vetri della mansio romana, oltre ad antichi volumi degli stampatori trinesi (apertura: primo e terzo sabato del mese 15-18 e a richiesta; piazza Garibaldi, 7; tel. +39.0161.829363; fax +39.0161.806011; e-mail segreteria@tridinum.org).

Palazzo Paleologo. Risalente al Quattrocento, attesta l'importanza della città, a lungo residenza dinastica. Sorto sull'antica fortificazione voluta dal marchese Guglielmo V di Monferrato a metà del Millecento, fu rimaneggiato nel corso dei secoli successivi e in parte abbattuto. La dimora signorile senza caratteristiche difensive fu inglobata nel Seicento nelle fortificazioni della città, più volte assediata. Il restauro ha valorizzato la costruzione rinascimentale, la corte porticata con colonne di pietra e mattoni, archi moreschi unici in Piemonte, tondi con ritratti di nobili, oltre alla soprastante “manica lunga”, splendido spazio espositivo.

Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo. Fu edificata all'inizio del Duecento, poi ricostruita nella prima metà del Seicento, mantenendo dell'impianto primitivo la base del campanile. La facciata classicheggiante fu rifatta alla fine degli anni Trenta dell'Ottocento. All'interno un Crocifisso ligneo cinquecentesco, l'icona trecentesca della Madonna col Bambino, detta Madonna di San Luca dai tratti bizantineggianti, dono dei Paleologi, oltre a opere di Gerolamo Giovenone, di Boniforte Oldoni il Giovane, di Orsola Caccia e di Pier Francesco Guala. Accanto alla chiesa l'ingresso con insegna del Monte dei Pegni.

Chiesa di Santa Caterina (San Domenico). Fa parte dell'antico complesso conventuale di San Domenico, che oggi ospita la Biblioteca civica e l'archivio storico (via Irico, 7; tel. +39.161.829062; fax +39.0161.806013; bibliotecatrino@libero.it), fondato dal marchese Teodoro II Paleologo nel 1452. Accolse anche il padre domenicano Giovanni Battista Boetti, il “profeta Mansur”. La chiesa a tre navate con volte a crociera ha una facciata neoclassica e un austero campanile gotico (ancora segnato dalle cannonate). Una cappella laterale è dedicata alla beata Maddalena Panatieri, di cui si conserva il corpo. Accanto alla chiesa molto suggestivi i resti dell'antico chiostro. All'interno decorazioni  neogotiche, eseguite nel corso del restauro di inizio Novecento, cappelle barocche e lapidi funerarie cinquecentesche in sagrestia.

Chiesa di San Lorenzo. Detta anche “della Confraternita degli Angeli”, la costruzione dalle linee barocche ha una facciata settecentesca in mattoni a vista. Costruita a metà del Settecento fu ridotta a fienile negli anni della Rivoluzione francese. Tornò nel secolo successivo all'antico  splendore per accogliere le spoglie della beata Arcangela Girlani. All'interno una tela di Pier Francesco Guala.

Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Caterina. Costruita nel Seicento, ha una bella facciata in laterizio a vista. Fu ristrutturata nella seconda metà del secolo essendo stata danneggiata nel corso della demolizione delle mura cittadine. Era la sede della confraternita dei Disciplinanti di Santa Caterina (1260), la più antica del luogo.

Chiesa di San Michele in Insula. Unica testimonianza di epoca tardo-antica, sorse come basilica paleocristiana circondata da un recinto fortificato. Negli scavi archeologici si sono rinvenuti materiali di età imperiale e altomedievale. La denominazione deriva dal fatto che la chiesa (come un'isola) era circondata da due rami del Po. Conserva un sobrio aspetto  romanico e all'interno frammenti di affreschi di grande rilievo nel presbiterio, in particolare una Crocifissione e scene della vita di S. Michele (XII sec.). Curiosa la foggia dei capelli dell'antico Crocefisso. Perse importanza quando l'abitato si spostò intorno alla parrocchiale di San Bartolomeo.

Chiesa di San Pietro Martire. Riaperta di recente dai membri della Confraternita di Santa Croce, questa chiesa conserva due grandi quadri dei funerali e della traslazione della beata Maddalena Panattieri di Pier Luigi Borla (1965). Sull'altare maggiore un'opera cinquecentesca di Boniforte Oldoni, su una parete un semplice crocefisso ligneo con l'estremità inferiore vistosamente consumata dal secolare tocco dei pellegrini e la cripta in cui furono scoperti nel 1964 i resti della beata Maddalena Panatieri.

Chiesa della Misericordia. Detta anche chiesa di Ognissanti, fu costruita nei primi anni del Seicento dall'antica confraternita dell'Orazione e Morte, che aveva il compito di accompagnare i condannati a morte al patibolo. Oggi svolge solo più una funzione storico-simbolica con l’investitura annuale di alcuni nuovi adepti, raccolti sotto la protezione di S. Camillo de Lellis. All'interno un crocifisso ligneo, opere di Tommaso Saletta e Francesco Antonio Mayerle, tondi sulla volta di Pier Luigi Borla, oltre alla tela seicentesca attribuita a Federico Fiori, detto “il Barocci”, oggetto di grande venerazione, trasferita in luogo sicuro durante le guerre, quando la chiesa ospitò i soldati convalescenti.

Sinagoga e cimitero ebraico. Presente fin dal Cinquecento, la piccola e fiorente comunità ebraica  scomparve dopo la Seconda guerra mondiale. Il ghetto, istituito nel 1723, rimase in vigore fino all'emancipazione israelitica del 1848. Di questa importante presenza resta traccia nella sinagoga (attigua al comune), senza l'Arca Santa, trasferita nel 1965 con altri arredi barocchi in Israele, e nel cimitero ebraico con le tombe addossate alle mura perimetrali raggiungibili attraverso un percorso delimitato da siepi di bosso.

Bosco delle Sorti della Partecipanza. Con i suoi 600 ettari rappresenta la sola foresta rimasta della grande distesa primordiale che copriva l’odierna Pianura Padana, più precisamente l’unico relitto di foresta planiziale abbattuta nei secoli per coltivare le terre tra le Alpi e il Po. Il più antico esempio di conservazione di un patrimonio forestale, instituito nel 1275 dai “partecipanti”, i soli ad aver diritto di raccolta della legna nei lotti denominati “sorti”, assegnati ogni anno nella prima domenica di novembre col sistema imparziale del sorteggio. Dal 1991 è Parco Naturale (tel. +39.0161.828642; fax +39.0161.805515; e-mail parco.partecipanza@reteunitaria.piemonte.it).

Robella di Trino. La settecentesca parrocchiale della frazione di Trino, dedicata alla Beata Vergine Assunta, fu ampliata all'inizio del Novecento. Fino a pochi anni prima un corridoio collegava la tribuna della chiesa alla grande villa di campagna, fatta costruire alla fine del Settecento dal marchese Tommaso Maria Mossi, seguace dell'Illuminismo, su progetto di Francesco Martinez, nipote di Filippo Juvarra.

Abbazia di Santa Maria di Lucedio. Fu fondata nel 1123 dai cistercensi di La Ferté (Borgogna) nei terreni di Lucedio, bonificati e poi coltivati a riso. Col passare del tempo divenne un fiorente centro di potere economico e politico, visitato da importanti personaggi (tra cui alcuni pontefici). Era uno dei luoghi sacri più amati dai marchesi di Monferrato, molti dei quali vi furono sepolti, ma anche motivo di scontro tra dinastie per la  nomina dell'abate commendatario. Passata dai Gonzaga ai Savoia, divenne proprietà di Napoleone che nei primi anni dell'Ottocento la cedette al principe Camillo Borghese. Fu acquistata dai marchesi Gozzani di San Giorgio, antenati degli attuali proprietari, i conti Cavalli d’Olivola Salvadori di Wiesenhoff. Dell'antico complesso conserva il campanile ottagonale su base quadrata, il chiostro, l'aula capitolare con colonne in pietra e la sala dei conversi con slanciate volte a vela. La primitiva chiesa abbaziale fu demolita nel 1728, i lavori di costruzione del nuovo edificio iniziarono nel 1766, furono promossi dall’ultimo abate commendatario di Lucedio, il card. Vittorio Amedeo delle Lanze. Sono state recentemente restaurate dal Laboratorio Ferrari Restauri di Vercelli due tele di Pier Francesco Guala e di Francesco Antonio Mayerle, un tempo conservate nella chiesa recentemente restaurata. Dinanzi a questa, fu eretta nel 1741, su disegno di Giovanni Tommaso Prunotto, collaboratore di Juvarra, un'altra chiesa, detta del Popolo, in forme decisamente più sobrie, dove si celebravano le funzioni sacre per le numerose famiglie contadine di Lucedio (tel. +39.0161.81519; fax +39.0161.81521; e-mail info@principatodilucedio.it).

Santuario del Santissimo Nome di Maria. Più nota come Madonna delle Vigne, la chiesa ottagonale sorse su una piccola altura nei pressi della grangia di Montarolo. Costruita alla fine del Seicento su progetto di Antonio Bertola, per volontà dell'abate commendatario di Lucedio Vincenzo Grimani, fu benedetta nel 1713. Ma già l'anno dopo Giovanni Battista Scapitta suggeriva lavori di consolidamento dell'edificio parzialmente deteriorato. In parte restaurata, conserva al suo interno particolari di pregevole fattura.

Grangia di Darola. Già appartenente all'abbazia di Lucedio, è di proprietà dei marchesi Pallavicino di Genova, il cui stemma campeggia in facciata. Il nucleo più antico è protetto da una torre del Trecento adibita ad abitazione. Nel secondo cortile, circondato da edifici rustici che ospitavano le mondine, sorse la chiesa di San Giacomo. All'interno una statua lignea della Vergine, una tela della Madonna con Bambino di scuola novarese e un altro quadro di Maria e Gesù, decorata con grappoli d’uva proveniente dalla chiesa di Madonna delle Vigne.

Grangia di Leri Cavour. Dipendente dall’abbazia di Lucedio, fu acquistata nel 1822 dal marchese Michele Benso di Cavour, padre di Camillo, che la trasformò in una grande azienda agricola modello. L’attività agricola è continuata sino agli anni Sessanta del Novecento, poi il borgo è stato interessato dalla costruzione della grande centrale termoelettrica Galileo Ferraris con le imponenti torri. La chiesa parrocchiale della Natività di Maria, costruita nei primi decenni del Settecento, è affiancata da edifici rurali e un mulino. Di fronte, la villa di campagna di Camillo Cavour, che fu consigliere alla provincia di Vercelli e al comune di Trino sino al 1861, anno della sua morte.

Grangia di Borgo Ramezzana. Un tempo di proprietà dell'abbazia di Lucedio, fu costruita alla fine del Millecento, ma nel territorio furono rinvenuti alla fine dell'Ottocento laterizi di epoca romana. La chiesetta settecentesca del borgo, dedicata a San Giorgio, è consacrata e dopo la ricostruzione della volta crollata ha recuperato l’antica bellezza. La torre merlata ha una antica base quadrata, poco distante la ghiacciaia, mentre la costruzione in stile neogotico risale alla fine dell'Ottocento. Dopo vari passaggi di proprietà giunse nelle mani dei Vercellotti, antenati degli attuali proprietari che l'hanno restaurata e trasformata in Country House di charme (tel. +39.0161.829412; fax +39.0161.205679; a-mail ramezzana@dimoredepoca.it).

PERSONAGGI. Oglerio (Trino 1136 - Lucedio 1214), monaco cistercense, abate dell'abbazia di Lucedio, dichiarato beato, è sepolto nella chiesa parrocchiale di Trino. Maddalena Panatieri (Trino 1443 - 1503), suora laica della Penitenza di S. Domenico, dichiarata beata, riposa nella  chiesa di San Domenico. Eleonora Girlani (Trino 1460 - Mantova 1495), carmelitana col nome di Arcangela, priora nel monastero di Parma, poi a Mantova, dichiarata beata. Il suo corpo fu poi traslato nella chiesa dell'ospedale di San Lorenzo di Trino. Gian Andrea Irico (Trino 1704 - 1782), abate e dottore in teologia, letterato e storico di Trino, fu prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Una lapide nella parrocchiale ne ricorda la scomparsa, in canonica copia ottocentesca del ritratto realizzato da Pier Francesco Guala. Vittorio Viale (Trino 1891 - Torino 1977), studioso e archeologo, direttore dei Musei civici di Torino e di quelli di Vercelli, nel 1976 donò la sua casa per la creazione del ‘museo didattico' di Trino. Pier Luigi Borla (Trino 1916 - Casale 1992), iniziato dal padre Giuseppe, pittore e decoratore di chiese, all'amore per il disegno e la pittura, diplomatosi all'Accademia Albertina, iniziò la lunga attività artistica unita a quella dell'insegnamento. Eugenio Palazzi (Trino 1859 - 1940), musicista, direttore d'orchestra, compositore del famoso inno per il Battaglione Susa “Valore Alpino, il cosiddetto Trentatrè”, poi diventato la marcia d'ordinanza. Silvino Borla (Trino 1909 - 1984), ragioniere, storico, archeologo, fondatore con Domenico Molzino del Museo Irico.

Gemellaggio. La città di Trino è gemellata con quella francese di Chauvigny (1961), quella tedesca di Geisenheim (1974) e quella africana di Banfora (1998).

Istituzionali/Municipio

Istituzionali/Trasporti extraurbani/Treni

Ferrovie dello Stato

A Trino vi è la stazione ferroviaria posta sulla linea Chivasso-Alessandria.

Istituzionali/Servizi/Posta

Poste Italiane

  • Indirizzo

    Corso Camillo Benso conte di Cavour 66

Commerciali/Prodotti tipici/Dolci

Pasticceria - Bar Bodiglio

Produce i caratteristici «Trinesini», cioccolatini che costituiscono la specialità dolciaria di Trino.

Pasticceria - Caffetteria DolceMente

  • Indirizzo

    corso Italia 35

Commerciali/Prodotti tipici/Riso

Az. Agr. Osenga

Principato di Lucedio

Riseria Ferrarotti

Riseria Martinotti

Commerciali/Ricettività/Alberghi

Borgo Ramezzana Country House - Ristorante La Torre

Hotel Il Convento. Ristorante Massimo

Commerciali/Ricettività/Ristoranti

Il Ritrovo del Civico 9

La Tana

Osteria dei Trapulìn

Ristorante - Bar Jolie

Ristorante - Pizzeria Capricorno

Ristorante - Pizzeria La Perla

Commerciali/Servizi/Farmacie

Farmacia Centrale

Farmacia Le Grange

Farmacia Pasquino

Commerciali/Servizi/Noleggio biciclette

Cascina Guglielmina

La struttura dispone di 20 biciclette MTB da adulto e 5 MTB da bambino E’ situata ai margini del Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino.

Commerciali/Servizi/Aree pic-nic

Area pic-nic

Nel Bosco delle Sorti della Partecipanza di Trino dove si trovano il Rifugio Crocetta e il Rifugio Termini vi sono aree attrezzate con tavolli e panche e aree gioco bimbi.

Area pic-nic

  • Indirizzo

    Parco delle Donne, strada per Pobietto. Area verde e accessibile ai cani

Commerciali/Servizi/Emergenze

Defibrillatore

Commerciali/Strutture per il tempo libero/Piscine

Elen Sport

  • Indirizzo

    via Vittime di Bologna 1

POI (Points of Interest)

Fontane dell'Acqua

Fonte attrezzata: acqua potabile naturale o gasata (pagamento con montete e/o tessera) Piazza Comazzi 1

Fontanelle pubbliche: Piazza Chauvugny, piazzale delle Scuole Elementari. Parco giochi della stazione e “dell’aereo”