PUNTI PANORAMICI. Terrazza a 360° sul Monferrato, piccolo spazio immerso nella natura, ideale per pic-nic. Aperto dal 21 marzo al 21 settembre.
La storia del territorio comunale si è arricchita di un nuovo capitolo con la scoperta, nel 1994, di un sito archeologico di grande interesse, posto sul tracciato della strada romana. Gli scavi hanno messo in luce i resti di un edificio rustico (II sec. d.C.), poi occupato dai Longobardi, della cui presenza restano tracce in un oratorio ad uso privato di una famiglia aristocratica e in una attività artigianale per la produzione di tessuti. Il nome “Mombellus” compare nei documenti solo a metà del Millecento, forse per indicare l’abitato in cima alla collina, dominato dall’imponente rocca e dal superbo palazzo dove i marchesi di Monferrato ospitarono alcuni dei principali trovatori. Nel 1258, il Gran Marchese Guglielmo VII, in occasione del matrimonio con Isabella di Clare, figlia di Riccardo di Gloucester, diede la rocca di Mombello in cauzione della dote della sposa. Mombello, che era un comune demaniale sottoposto direttamente al marchesato, dopo la distruzione del castello agli inizi del Trecento accentuò la sua configurazione marcatamente cantonale. Dopo i signori di Brozolo, fu infeudato ai Montiglio, ai Cornigliano, poi alla famiglia mantovana dei Guerrieri col titolo marchionale mantenuto anche dopo il passaggio del ducato del Monferrato ai Savoia. Dopo l’otto settembre 1943, si costituirono molte formazioni partigiane che presero parte attiva alle operazioni belliche della Resistenza. Dal 1863 la denominazione è Mombello Monferrato.
Chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo. La primitiva chiesa, ricordata fin dalla fine del Duecento, era all'interno del castello. Divenne nei secoli successivi la parrocchiale del luogo, ricostruita a metà dell'Ottocento e poi restaurata negli anni Venti del Novecento. Si affaccia sulla suggestiva piazzetta del municipio. All'interno, coro ligneo seicentesco proveniente dal convento di Monte Sion, quadri di Orsola Caccia e della scuola del Moncalvo, tele di Luigi Morgari e alcune statue lignee. Splendida la Madonna col Bambino del pittore casalese Nicolò Musso, proveniente da una soppressa chiesa casalese. Paliotto di uno scagliolista attivo in Piemonte (1670-1690 circa).
Chiesa di San Sebastiano. Le prime notizie sicure sulla chiesa risalgono al 1740, anno in cui la chiesa più antica, costruita all'esterno delle mura, fu ampliata per accogliere pochi anni dopo la seicentesca confraternita di San Sebastiano, trasferita dalla parrocchiale. La chiesa, recentemente restaurata, ha una bella facciata barocca, sul fianco sinistro sono murati alcuni rilievi in arenaria con immagini di fiori, di angeli e di animali di incerta origine (sec. XII). All'interno un'antica lastra in rilievo e una tela raffigurante la Madonna col Bambino e i Ss. Sebastiano e Rocco.
Chiesa di San Martino. Costruita in mattoni a vista all'esterno della cinta fortificata, accanto a un piccolo cimitero, è raggiungibile da una scalinata. Fin dal secondo decennio del Settecento la chiesa era in disuso. Venne restaurata due secoli dopo, ma abbandonata definitivamente nel secondo dopoguerra. La chiesa è spoglia e potrebbe essere adattata a sede museale.
Chiesa parrocchiale di San Bononio. L'antica chiesa di “Santa Maria di Palcengo” (Pozzengo), ricordata nei documenti della fine del Duecento, mantenne il titolo originario fino ai primi anni del Settecento, quando fu demolita e ricostruita nello stesso luogo. Consacrata nel 1724 da mons. Pietro Secondo Radicati, fu dedicata a S. Bononio, nominato poco dopo il Mille abate del monastero di Lucedio dal vescovo di Vercelli Pietro, fatto prigioniero dagli arabi dopo la sconfitta subita da Ottone II a Stilo. Fu restaurata due volte nel secolo scorso. Imponenti il campanile ottocentesco e la facciata a due ordini. Nella parete esterna è murata un'antica architrave di portale in arenaria con figure di difficile identificazione (inizio XII sec.). L'interno della chiesa, a navata unica di grandi dimensioni, è ricco di decori e di stucchi. Gli affreschi della volta e la Via Crucis sono di Luigi Morgari, una grande tela raffigura il santo titolare, due confessionali barocchi e sulla tribuna un organo di fine Settecento restaurato nel 2005 dalla ditta Marzi.
Santuario di San Gottardo. Sorto sulla strada che da Gaminella conduce a Pozzengo, il santuario è dedicato a S. Gottardo, venerato fin dal Seicento in una piccola edicola votiva per aver salvato un bambino minacciato da una coppia di buoi imbizzarriti. La piccola costruzione venne ampliata a metà dell'Ottocento con un portico con timpano sorretto da quattro alte colonne. Fu ancora ampliata negli anni Trenta del Novecento con la costruzione del transetto su cui appoggiare la grande cupola con lanterna. All'interno molti ex voto e la statua lignea policroma del santo titolare, portata in processione fino alla chiesa parrocchiale nei primi giorni di maggio.
Chiesa di Sant'Anna. La chiesa di Ilengo venne costruita a metà Settecento interamente in muratura di mattoni a vista sulla sommità della collina. All'interno una grande tela di S. Anna, S. Gioacchino e Maria Bambina. La statua in legno di S. Luigi Gonzaga e il paliotto in scagliola con l'Adorazione della Croce (1677) provengono dal convento soppresso di Monte Sion.
Chiesa e convento di Monte Sion. Il titolo del convento dei Francescani minori conventuali, ricorda il monastero di Gerusalemme e fu fondato da padre Bonaventura Quarelli nella prima metà del Cinquecento, di ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa. Nel 1619 mons. Scipione Pascale consacrò la nuova chiesa, in sostituzione della primitiva dedicata all'Assunta. Tra Sei e Settecento si ebbero molti contrasti con l'autorità vescovile, cui veniva negato l'accesso al convento per le visite pastorali. Chiesa e convento furono soppressi nel 1802 e acquistati all'asta da un francese, che vendette prima gli arredi sacri alle chiese dei dintorni, poi i mattoni del demolito complesso conventuale. Oggi restano tracce della facciata settecentesca della chiesa affiancata da abitazioni private e rustici.
Palazzo Tornielli. Le origini di casa Tornielli, già Palazzo del Pretorio, risalgono al 1462, se dobbiamo tener fede al millesimo un tempo visibile sull'arco del portico sottostante l'edificio. Nei primi decenni del Settecento era la dimora del castellano Giovanni Giacomo Paltro. Acquistato tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento dalla famiglia Tornielli, fu restaurato interamente nel 1910 dall'ingegnere casalese Vittorio Tornelli, progettista del castello di Cereseto, e arredato con mobili d’epoca. Dopo molti decenni di abbandono, è stato restaurato dall'attuale proprietario in ogni particolare. Molto bello, sotto l'aspetto architettonico, l'elegante loggiato che conferisce leggerezza all'antica dimora nobiliare, aperta sul bellissimo panorama delle colline del Monferrato.
Tenuta Gambarello. Nel territorio comunale di Mombello, ai margini della statale per Torino, sorge una delle più antiche aziende agricole del Monferrato: la seicentesca tenuta Gambarello. Solo al termine del lungo e pittoresco viale di tigli si può ammirare la bellezza dell'imponente facciata neoclassica in mattoni a vista. Il maestoso e nobile complesso, esempio insuperabile di architettura rurale, è il risultato di un singolare equilibrio compositivo tra l'elegante parte residenziale e quella rustica formata da ampi cortili ed lunghi porticati collegati al corpo principale della fabbrica. Degno completamento della grande unità abitativa, che un tempo ospitava una cinquantina di persone, è la chiesetta dedicata a S. Adelaide. Un'intitolazione scaturita dai diversi passaggi di proprietà di alcuni casati monferrini. Si chiamava infatti Adelaide la figlia del marchese Fabio Ricci di Cereseto e di Giulia del Carretto di Millesimo, che nel 1840 ottenne l'erezione al Gambarello di una cappellania laicale. Andata in sposa al conte Giacomo Nemours di Frassinello, che la lasciò in stato vedovile nel 1835, fece completare tre anni dopo, come ricorda la lapide murata in facciata, i lavori interrotti in seguito alla morte del fratello Vincenzo Stanislao nel 1831. Scomparsa Adelaide, la proprietà passò nel 1844 alla sorella Eleonora Maria, moglie del conte Giulio Callori e poi al figlio Fulvio Vincenzo, marito di Teresa Pico-Gonzaga d'Uviglie. Venne acquistata all'asta fallimentare di Riccardo Gualino, indetta dalla Banca d'Italia nel 1933, dai fratelli Francesco e Guglielmo Moscheni di Nembro, agenti della Dalmine. Una lapide nell'androne ricorda Pompeo Giovanni Moscheni, che partecipò all'impresa dei Mille.
Chiesa di Santa Adelaide. E' la cappella gentilizia del Gambarello, forse l'unica chiesa monferrina dedicata all'imperatrice canonizzata da papa Urbano II nel 1097. Costruzione ottocentesca in mattoni a vista, a pianta ottagonale e lanterna, visitata più volte dai ladri. All'interno pala d'altare con le Stigmate di S. Francesco e tondi dei quattro Evangelisti.
Curiosità. Nel romanzo “Il diavolo sulle colline”, Cesare Pavese descrive la memorabile visita dei protagonisti ai cugini di Mombello, dove riavvicinandosi alla natura ritrovano per un attimo il tempo vero delle origini.
Infernot. Gallerie scavate nella cosiddetta “pietra da cantoni” nelle abitazioni di Francesco Godino (via Roma 87), Giovanni Marchisotti (via Roma 61) e Sergio Ramoino (cascina Marole 2/a).
Piazza Municipio 2 - CAP 15020
Località Cascine Garoppi 13
Vasto assortimento ortofrutta di produzione locale e minimarket
Fraz. Gaminella, Via Nazionale
Fraz. Gaminella, Via Gaminella 33
Fraz. Ilengo, Via Sant’Anna 4
Fraz. Casalino, Cascina Sant’Evasio 5
Via Roma 68
Fraz. Zenevreto, Via San Grato 31/a
Fraz. Pozzengo, Via Bigliani 116
Fraz. Gaminella, Cascine Bertola 3
Fraz. Zenevreto, Via San Grato 39
Fraz. Zenevreto, Cascine Bosco 7
Fraz. Gaminella, Via Gaminella 46
Fraz. Morsingo, Cascina Cascinetta
Panetteria, macelleria, salumeria, produzione propria di carni bovine e salumi, formaggi, frutta e verdura, vasto assortimento minimarket
Fraz. Gaminella 7
Gelateria artigianale tradizionale. Prodotti biologici
Via Gaminella 10
Fraz. Zenevreto str. Montena
c/o distributore Tamoil
Strada Statale, Loc. Cascine Garoppi
Via Roma 34
Cascina Cascinetta 3
Al suo interno è presente “la giasèra”, un’antica ghiacciaia, allestita con attrezzi del mondo contadino.
Via Roma 64
Via Orti 3
Via Luvara 11
Fraz. Casalino, Via Braida 6
Via Roma 34
Fraz. Gaminella, Via Gaminella 16
Fraz. Gaminella, Via Gaminella 12
Via Gaminella 9
Mombello capoluogo c/o Parco Belvedere, Via Castello
Fonte attrezzata: Via Gaminella 10 (ingresso piazza) - pagamento con monete.
Fontanelle pubbliche: Mombello capoluogo nella piazza centrale e presso Parco Belvedere; Fraz. Casalino nella piazza del borgo; Fraz. Zenevreto nella piazza del borgo (ex area sportiva); Fraz. Morsingo nella piazza del borgo