Casale Monferrato

  • Unità territoriale Alessandria
  • Abitanti 34.812
  • Altitudine 116 m s.l.m.
  • Frazioni Casale Popolo, Santa Maria del Tempio, San Germano, Terranova, Rolasco, Vialarda, Pozzo Sant'Evasio, Cantone Rossi, Roncaglia

Densamente popolata dai tempi dei Romani, quando l'antica Vardacate presidiava la sponda destra del Po, resta avvolta in una densa coltre di silenzio fino a poco prima del Mille, quando nell'ingarbugliato gomitolo di eventi storici appare per la prima volta il nome di Casale di Sant'Evasio (988) ad indicare il modesto agglomerato di forma ovoidale intorno alla chiesa dedicata al martire. Con la rinascita del Mille il piccolo borgo medievale si ampliò, cercando di vincere la pesante sudditanza imposta dal comune di Vercelli, erede dei diritti vescovili. Ma la vicenda si concluse con la drammatica distruzione del 1215 da parte dei Vercellesi, con l'aiuto di Milanesi e Alessandrini. Tuttavia, il comune trovò la forza di reagire: si cinse di possenti mura e di snelle torri con le insegne ghibelline, subendo altre minacce dai potenti stati confinanti, fino all'arrivo del marchese di Monferrato, prima in veste di tranquillo paciere, poi di signore assoluto. Estinti nel 1305 gli Aleramici, il Monferrato passò alla dinastia paleologa, che dopo la perdita di Chivasso (1435) trasferì in città la capitale del marchesato. Sotto l'attenta guida di Guglielmo VIII, Casale divenne sede di diocesi con il meritato titolo di città (1474), apprestandosi a vivere la piena stagione rinascimentale con l'ampliamento urbanistico di canton Brignano, il Senato di Monferrato, l'ospedale di Santo Spirito e un vasto piano di costruzione di chiese e palazzi ancor oggi invidiati dalle città vicine. Esaurita la dinastia, il trattato di Cateau-Cambrésis (1559) assegnò definitivamente il Monferrato ai Gonzaga che, repressa con violenza la congiura di Oliviero Capello (1567), cancellarono per sempre gli antichi privilegi comunali sempre riconosciuti dai signori di Monferrato. La nobile residenza monferrina divenne una munitissima piazzaforte, presidiata sul grande fiume dal castello potenziato nelle strutture difensive dal duca Guglielmo Gonzaga e difesa ad oltranza in direzione della pianura dall'inespugnabile Cittadella a sei bastioni (1590-95) voluta dal figlio Vincenzo I, su progetto del costruttore friulano Germanico Savorgnan. Per tutto il Seicento, il ducato di Monferrato fu al centro di guerre e saccheggi tra le grandi potenze del tempo, Spagna e Francia, che si scontrarono per il controllo di Casale e della sua poderosa fortificazione uscita indenne dai numerosi assedi, ma non dagli accordi segreti franco-sabaudi che ne prevedevano l'atterramento per motivi di sicurezza. Con il successivo passaggio ai Savoia, ratificato dalla pace di Utrecht (1713), Casale perse il ruolo di capitale, ma si trasformò profondamente, sottoposta ad un'intensa opera di arredo urbano in alcune arterie principali (vie Mameli e Garibaldi) che accolsero le stupende dimore della nobiltà casalese. Splendida negli stucchi degli edifici civili e religiosi prodotti dalla genialità scapittiana, la città subì una nuova metamorfosi migliorando del pari la qualità della vita, grazie alla politica sabauda di creazione delle necessarie strutture di pubblica utilità e di ampie aree verdi, sorte sugli spalti della fortezza demolita. Una nuova e breve occupazione durante la Rivoluzione Francese (1798) diffuse in città le idee giacobine e per volontà di Napoleone (in visita a Casale nel 1805) l'antica capitale divenne un centro di primaria importanza, forte del prestigio derivante dall'introduzione del Liceo Imperiale, della Corte di Giustizia e della Camera di Commercio. Nella prima metà dell'Ottocento, consolidato il tessuto economico grazie ad una borghesia fiorente e dinamica, e ottenuta la Corte d'Appello (l'antico Senato di Monferrato) concessa dal re Carlo Alberto, Casale fu ancora protagonista nell'ambito delle vicende risorgimentali: dal Congresso Agrario del 1847 all'assedio austriaco del marzo 1849, dal potenziamento delle strutture difensive in attesa della seconda guerra d'indipendenza alla generosa offerta di personaggi di primo piano (tra cui il presidente del Consiglio Giovanni Lanza), fino al completamento del difficile processo di unificazione nazionale. Nel 1899 la città venne decorata con la Medaglia d'oro come Benemerita del Risorgimento nazionale per le azioni altamente patriottiche. Dopo l'Unità d'Italia le fortificazioni iniziarono a cadere liberando ampi spazi indispensabili alle crescenti necessità commerciali e dietro la spinta della nascente borghesia industriale che cinse l'abitato con la corona dei primi stabilimenti, Casale viveva uno dei momenti di maggior vitalità avviandosi a diventare la capitale del cemento. Ma il suo destino era ormai stemperato in quello delle cento città d'Italia.

Dal Castello alla Cattedrale di Sant'Evasio

Punto di partenza di tutti gli itinerari turistici, la piazza Castello offre un ampio e comodo parcheggio ai margini del centro storico chiuso al traffico automobilistico. Un tempo occupata quasi interamente dalle opere difensive, oggi è dominata dall'imponente Castello, la cui storia si identifica con quella della città, riassunta dall'insegna con le armi dei signori di Monferrato. Costruito a metà del Trecento dal marchese Giovanni II Paleologo, ristrutturato alla fine del secolo successivo dai successori, Guglielmo VIII e Bonifacio V, fu rinforzato dai Gonzaga con la costruzione di poderosi rivellini. Nei primi anni del Settecento, con il passaggio ai Savoia, ebbe inizio un lungo periodo di utilizzo come struttura militare, fino al passaggio al comune di Casale che ne cura il restauro. All'interno del cortile d'onore, su cui si affaccia l'antica cappella seicentesca, ha sede la Biblioteca delle ragazze e dei ragazzi “Emanuele Luzzati”. Sotto il livello del suolo si conservano suggestivi sotterranei di collegamento tra i quattro torrioni  angolari con casematte; per ora sono percorribili quelli dell'ala occidentale, ricostruiti nel Settecento. Seguendo il muro perimetrale dell'edificio, ancora cinto dal fossato, si scorgono i massicci torrioni, le profonde cannoniere e le cortine con i resti degli apparati levatoi. Da un lato, nei piccoli giardini verso settentrione un monumento raffigurante  una  giovane guerriera (opera di Francesco Porzio, 1897) ricorda l'eroica difesa di Casale dall'assedio austriaco del marzo 1849. Dall'altro lato la palazzina liberty del mercato Pavia (gia Foro Boario,  1907), che ospita il  Mercatino dell'Antiquariato (ogni secondo fine settimana del mese), e la bianca costruzione dei Licei (ing. Costantino Reali, 1940). Poco distante le capricciose linee della facciata rococò e dell'alta cupola ellittica della Chiesa di Santa Caterina. Dedicata all'Assunta, ma a tutti nota come Santa Caterina, fu costruita da Giacomo Zanetti, su progetto di Giovanni Battista Scapitta, come chiesa esteriore delle monache domenicane di clausura. L'altare maggiore, ricco di marmi policromi, è sormontato dalla grandiosa scultura della Vergine Assunta (Giovanni Battista Bernero, 1780). Le volte, le pareti, i pennacchi  e l'elegante cupola  ellittica (restauro di Pietro Vignoli, 1969)  sono interamente affrescati con le opere del veronese Benaschi e dell'astigiano Aliberti. In presbiterio l'organo Grisanti (restaurato) proviene dalla chiesa di San Giuseppe. Una grata posta sull'altare maggiore separa la chiesa dallo splendido coro ligneo con volta affrescata che unisce il tempio al vasto complesso dell'Ente Trevisio,  l'antico  palazzo marchionale donato alle religiose dalla marchesa Anna d'Alençon (che vi fu sepolta). Sotto gli archi rinascimentali dell'elegante portico, all'ingresso dell'aula magna, una targa ricorda la presenza di Cesare Pavese, ospite dei Somaschi durante l'ultima guerra sotto il falso nome di Carlo Deambrogio. Concludono il giro della piazza il piccolo chiosco liberty adibito ad ufficio informazioni e l'installazione dedicata alle botteghe storiche cittadine, proprio di fronte al Teatro Municipale. L'edificio neoclassico, costruito su disegno dell'abate spoletino Agostino Vitoli a partire dal 1785, conserva l'originale ordine di palchi con stucchi dorati e argentati. Sottoposto ad un radicale intervento di restauro in epoca carloalbertina, nel 1861 fu ceduto dalla Società dei Nobili al comune di Casale. Dopo una prolungata chiusura, interamente restaurato, fu inaugurato nel 1990. Oltre alla stagione di spettacoli (teatro, danza, musica), ospita convegni e incontri culturali di prestigio. È affiancato dalla settecentesca facciata di palazzo Nemours con l'elegante balcone (splendido il ferro battuto della ringhiera) poggiante su due colonne ioniche, attribuito al Magnocavalli. La breve via Saffi, che regola l'accesso al centro storico, è dominata dall'alta Torre Civica, detta di Santo Stefano, simbolo della città. Sulla parte inferiore risalente al Mille, fu innestato all'inizio del Cinquecento il coronamento a forma di loggia (opera di Matteo Sanmicheli), culminante in un colonnato coperto da un cupolino ornato da delfini. Fu restaurata negli anni venti del Novecento dall’ingegnere casalese Vittorio Tornielli. L'attigua Chiesa di Santo Stefano, costruita nel 1630 su disegno del canonico Sebastiano Guala, ospita  splendidi tondi del Guala raffiguranti profeti e santi (alcune repliche all'Ermitage di San Pietroburgo) e tele seicentesche. Davanti alla chiesa il monumento all'archeologo casalese Luigi Canina delimita la graziosa piazzetta, dominata dalla maestosa facciata neoclassica di palazzo Ricci di Cereseto. La via sfocia in Piazza Giuseppe Mazzini, su cui si affacciava l'antica chiesa di Santa Maria di Piazza, poi abbattuta. Comunemente nota come “piazza del cavallo” per la statua equestre di Carlo Alberto in costume di antico romano (Abbondio Sangiorgio, 1843), che restituì alla città l'antico Senato di Monferrato, sotto forma di Corte d'Appello. In un angolo si intravede il Palazzo di Giustizia, costruito sull'antico convento di Sant'Orsola, ristrutturato nella seconda metà del Settecento da Agostino Vitoli. Superato palazzo Fornara con l'elegante facciata neoclassica, la breve via del Duomo è dominata dalla monumentale facciata a capanna con le due statue (copie ottocentesche) del re longobardo Liutprando e della regina Teodolinda della Cattedrale di Sant'Evasio (apertura: tutti i giorni 8,30/12 – 15/18,30; visite sospese durante le funzioni religiose). Il più antico monumento cittadino e una delle più importanti costruzioni in stile romanico-lombardo, è frutto di una lunga e travagliata vicenda architettonica che dal 1107, anno della consacrazione, giunse fino ai restauri ottocenteschi realizzati dall'arch. Edoardo Arborio Mella. All'interno il suggestivo spazio del nartece è la parte più originale e preziosa dell'edificio, nel corso dei restauri (progettisti Raffaella Rolfo e Stefano Martelli, impresa Novaria Restauri) sono venuti alla luce, nascosti dall'intonaco, frammenti di un affresco di alta epoca e preziosi altorilievi, tra cui il fregio di un centauro nell'atto di colpire con una freccia la cerva che anela alla fonte. Appeso all'arco del presbiterio il maestoso Crocifisso ligneo rivestito di lamine d'argento e rame con pietre dure (XII sec.). Dalla vicina cappella settecentesca di Sant'Evasio, che custodisce l'urna d'argento con le reliquie del Santo patrono, inizia il percorso artistico della “Sacrestia Aperta” con opere di oreficeria, manufatti tessili di pregio e opere d'arte esposte nella torre campanaria, nella sacrestia e nel deambulatorio dell'abside, dove furono collocati i frammenti dell'antica pavimentazione a mosaico emersa durante i restauri ottocenteschi. Sono raffigurati episodi biblici, scene di vita quotidiana, oltre a creature leggendarie e animali fantastici. E' stato recentemente aperto al pubblico un suggestivo “percorso emozionale” nei sottotetti della cattedrale che, illuminati ad arte, restituiscono bifore, bassorilievi e affreschi, percorrendo ripide e strette scalette in arenaria, lontane secoli di storia (percorso museale, da via Liutprando: venerdì, sabato e domenica 9,30/12 - 14,30/18, salvo festività religiose; tel. 0142.452219).

Dalla chiesa di San Filippo Neri a quella di San Domenico

Lasciata alle spalle la via Liutprando, su cui si affaccia l'antico Palazzo Vescovile, (rinnovato ai primi del Settecento per volontà di mons. Pietro Secondo Radicati, che volle anche una cappella interna), si imbocca la stretta via della Biblioteca che porta al Seminario Vescovile, nella piazza dedicata al vescovo Luigi Nazari di Calabiana. L'elegante facciata barocca di un vecchio oratorio eretto dall'arch. Luigi Barberis nel 1777 e trasformato in foresteria (arch. Attilio Castelli, 1964) accoglie il visitatore. All'interno dell'antica istituzione, fondata nel 1565 (la prima sede  del seminario era in via Palestro) è rimarchevole la splendida Biblioteca del Seminario. Fondata dal vescovo di Casale, mons. Pietro Gerolamo Caravadossi nel 1738, è ricca di preziosi volumi e di rari incunaboli (tra cui opere di Ubertino da Casale). Fu rimodernata nella prima metà del secolo successivo su progetto di don Tommaso Audisio, con affreschi dei fratelli Ivaldi, soprannominati “I Muti”. Al primo piano galleria dei ritratti di tutti i vescovi casalesi. Affianca il complesso la grandiosa Chiesa di San Filippo Neri. La chiesa ducale, un tempo affidata  ai padri dell'Oratorio, fu consacrata, dopo diverse vicissitudini, nel 1721. In parte opera dello Scapitta, innalza una particolarissima cupola, nella quale grandi archi si intersecano creando lunette alla maniera del Guarini. Tra le altre opere conservate all'interno, dipinti di Guglielmo Caccia, di Francesco Martinotti, di Giovanni Peruzzini, oltre ad una Madonna lignea opera di scultori della famiglia Pelagatta. L'ultimo tratto di via Pinelli sfocia in piazza Statuto, dominata dalla facciata della Chiesa dell'Addolorata, detta anche della Beata Vergine dei Sette Dolori. Considerata uno dei gioielli del Magnocavalli, fu iniziata nel 1723 e poi ultimata dall'architetto Giovanni Formiglia, autore della facciata. Fu eretta per volontà della compagnia del Crocefisso, che il Venerdì Santo portava in processione il grande Crocifisso e l'Addolorata (opere dello scultore Severino Cassini, sec. XVII). Pregevoli gli altari di Valeriano Dell'Ala e del Galletti di Pontestura, oltre alla Deposizione del Serra di Calliano. A fianco della chiesa la caserma (oggi sede della Polizia di Stato) intitolata a Tommaso Decristoforis, l'eroe di Dogali. Da via dell'Asilo, di fronte alla curiosa torretta del Seminario, i resti dell'antica costruzione (in forte degrado) della Rocca, antica fortificazione sorta a difesa della città. La via si conclude in piazza Baronino, su cui si affaccia l'antico complesso conventuale dei Santi Marco e Bartolomeo, trasformato nel secolo scorso in caserma del Genio, poi parzialmente restaurato a spese della Regione Piemonte (arch. Cesare Volpiano). Compongono l'edificio un vasto cortile, due chiostri con eleganti colonne, la sala capitolare e molti altri locali con stucchi e affreschi di alta epoca. Su via Aliora si innesta il vicolo dei Templari, che ricorda (con la frazione di Santa Maria del Tempio dove sorgeva una “domus hospitalis”) l'importante presenza dell'ordine cavalleresco in città. Si affaccia su via Paleologi, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, costruita su progetto dell'arch. Francesco Gallo di Mondovì con lo splendido altare in legno scolpito e dorato con le statue dei Ss. Pietro, Paolo, Matteo e della Vergine Assunta, oltre a un paliotto d'altare attribuito a Francesco Solari (1753 circa). Dalla via Fratelli Caire si raggiunge la piazza di San Domenico, delimitata da un lato dalle linee neoclassiche di palazzo Ottolenghi, dall'altro dalla facciata della seicentesca Chiesa della Misericordia. Costruita nel primo decennio del Seicento dall'omonima confraternita su disegno di Francesco Maria Richino, fu ultimata un secolo dopo. Conserva tele di Giacomo Parravicino e Francesco Fabbrica. Di proprietà comunale, ospita mostre d’arte. Domina la piazza omonima la monumentale facciata in mattoni a vista con splendido portale in pietra arenaria ricco di sculture, di immagini e di simboli (nella lunetta la Madonna con Bambino e la famiglia marchionale) della Chiesa di San Domenico (apertura chiesa: sabato e domenica 15/17,30; chiostro: 9/18). Venne fondata nel 1472 dal marchese Guglielmo VIII Paleologo, poi ultimata nel 1506 dal fratello Bonifacio e consacrata nel 1513. Interno diviso in tre navate da pilastri che reggono volte a crociera, con una quarta navata, trasformata in inutile corridoio nel Seicento. L'antica cappella marchionale fu demolita dal Magnocavalli e sostituita dal presbiterio settecentesco. All'interno opere importanti del Crosio, del Guala, del Moncalvo, dell'Alberini e del Musso, oltre ad un dipinto quattrocentesco di scuola fiamminga giunto a Casale al seguito della marchesa Anna d'Alençon e al monumento funebre cinquecentesco di Benvenuto Sangiorgio, opera di Matteo Sanmicheli. Tutti gli altari delle cappelle laterali sono ornati con pregiati paliotti d’altare intarsiati, realizzati nei primi anni del Settecento dai Solari. Accanto alla chiesa il chiostro rinascimentale del complesso conventuale dei domenicani. Sulla stretta via Sammicheli, che affianca il poderoso transetto della costruzione, il piccolo Oratorio di San Pietro Martire, meglio conosciuto come la chiesa di Santa Rita (per la statua lignea sull'altare), conserva all'interno apprezzabili affreschi seicenteschi della vita del santo di Giorgio Alberini (sulle pareti) e un Padreterno di Guglielmo Caccia (sulla volta).

La scenografica via Mameli

Arteria  principale di una “capitale senza reggia”, la via Mameli ha origine dalla piazza Tavallini su cui si affaccia il portale di casa Guerrera, un tempo dimora di Giovanni Lanza, e si conclude in via Luigi Canina, poco distante dalla casa natale dell'archeologo casalese. Le eleganti quinte dei suoi palazzi accompagnano il visitatore in uno dei più caratteristici e indimenticabili tour cittadini, a partire dalla splendida facciata di Palazzo Sannazzaro di Giarole. Gli stucchi della decorazione, la rosta del portale, l'arma gentilizia della nobile famiglia sormontato dal balcone in ferro battuto con le iniziali del committente (Giovanni Battista Sannazzaro, sec. XVIII), sono elementi di inconfondibile gusto scapittiano innestati in un edificio più antico, come appare dai resti gotici delle monofore in cotto di facciata e della merlatura del tetto. Suggestiva la scenografia del cortile (con altana e meridiana) e nel salone del piano nobile splendido affresco (Pier Francesco Guala, 1735). Unito al palazzo, asseconda l'andamento vagamente sinuoso un edificio settecentesco con portale decorato a stucco e sovrastante piccolo balcone con elegante ringhiera. Nell'ottocentesco palazzo Brusasca, un tempo residenza dei marchesi Mossi di Morano fu fondata nel 1827 l'Accademia Filarmonica di Casale. Sul muro di recinzione del giardino del palazzo vescovile, di fronte a via Benvenuto Sangiorgio, una lapide ricorda il sacrificio del coraggioso parroco di Villadeati, don Ernesto Camurati. Poco oltre si intravede, in via della Rovere, la cinquecentesca facciata della Chiesa di San Michele Arcangelo, conosciuta come la chiesa dei nobili. Ha una pianta ottagonale con alta cupola decorata con pregevoli stucchi e affreschi di Giovanni Antonio Cassano. Importanti opere di Guglielmo Caccia e un paliotto dell'altare maggiore di Pietro Antonio Guazzone (1730). Domina l'andamento leggermente curvo della via la facciata neoclassica del prestigioso Palazzo Gozzani di Treville, opera di Ottavio Bertotti Scamozzi. Scenografico il cortile, splendido lo scalone affrescato dal Guala, affreschi di soggetti mitologici nelle sale del piano nobile (opera di Francesco Lorenzi) che dal 1837 ospitarono la prestigiosa Accademia Filarmonica. Uno sguardo alla via dedicata a Stefano Guazzo con la rinascimentale casa Biandrate, già di proprietà del finanziere Riccardo Gualino. Proseguendo nella via, nel cortile di palazzo Braccio-Cortesina Stefano Guazzo posò una lapide in ricordo della moglie prematuramente scomparsa. Poco oltre la facciata della cinquecentesca Chiesa di San Paolo Apostolo, sorta nella seconda metà del Cinquecento su progetto del barnabita Lorenzo Binago. Conserva opere di Guglielmo Caccia e del pittore fiammingo  Francesco Van Casteel, oltre a una curiosa ricostruzione della Santa Casa di Loreto. Di fronte il Palazzo Magnocavalli, costruito dal luganese Giacomo Zanetti. Il portale in pietra è attribuito a Benedetto Alfieri. Di particolare bellezza lo scalone, avvitato intorno a due colonne, con statua lignea di Gerolamo Lurasco e affreschi di Bartolomeo Rusca. Dal 1979 ospita uffici comunali. Il vicino Palazzo Gozzani di San Giorgio sorse su una costruzione cinquecentesca (che conserva un soffitto affrescato dal Guala), su progetto di Filippo Nicolis di  Robilant (1778). Dal 1885 è sede del comune di Casale. Lo scalone principale, abbellito da stucchi, è ornato da quattro putti in marmo del Bernero, rappresentanti le quattro stagioni, e dal modello in gesso del monumento funebre per Giovanni Segantini a Saint-Moritz, “La bellezza liberata dalla materia”, noto come “L’Alpe”. Il salone d'onore, oggi sala consiliare, è affrescato con soggetti mitologici da Francesco Lorenzi, autore delle decorazioni e di alcune sovrapporte delle numerose sale del piano nobile. I camini e gli arredi d'epoca sono stati disegnati da Lorenzo Marini. Superata la via Cavour, si incontra uno dei capolavori del Magnocavalli, Palazzo Pico Callori Gonzaga. E' ben riconoscibile dall'alto basamento  e dalle snelle lesene che preannunciano la stagione neoclassica. Fiancheggiano l'ultimo tratto dell'elegante arteria con le vie adiacenti le ultime dimore nobiliari. Palazzo Cozio di Salabue, dove nacque il conte  Ignazio Alessandro, collezionista di strumenti ad arco; Palazzo Leardi, ceduto nel 1858 dalla contessa Clara alla città per l'apertura di un istituto di istruzione tecnica, ancor prima della legge Casati. Sulla stessa via si affaccia la cinquecentesca Chiesa di Sant’Antonio Abate, restaurata negli anni sessanta del Novecento. Splendida la pala d’altare della Genealogia della Vergine dell’astigiano Gandolfino da Roreto (XVI sec.). Si affacciano su via Corte d'Appello le facciate contrapposte di Palazzo Langosco, costruito nel 1776 su disegno di Giovanni Battista Borra, già sede del Senato di Casale, oggi della Biblioteca Civica “Giovanni Canna” e quella neoclassica di Palazzo dalla Valle di Pomaro, progettato da Bernardo Lombardi su una precedente costruzione. Le sue splendide sale furono teatro dell'incontro tra l'imperatore francese Napoleone III e il re di Sardegna Vittorio Emanuele II durante le prime fasi della seconda guerra d'indipendenza (maggio 1859). L'itinerario si conclude di fronte allo splendido portale rinascimentale di Palazzo del Carretto, la cui arma gentilizia sorretta da putti nel frontone ornato da delfini, recita: “Potius mori, quam fedari” (Piuttosto morire, che tradire).

Dal Museo Civico alla Sinagoga

Dal portale rinascimentale dell'antico convento agostiniano di Santa Croce, in via Cavour, attraversando il primo chiostro con le “Storie di San Nicola da Tolentino”, opera di Guglielmo Caccia, si accede al Museo Civico (apertura: sabato, domenica e festivi 10.30/13 - 15/18.30; mercoledì e giovedì 8.30/12.30 - 14.30/16.30; chiusura Natale e Capodanno; tel. +39.0142.444309 - fax +39.0142.444312 - e-mail: cultura@comune.casale-monferrato.al.it).  Luogo di vita religiosa, l'antico complesso conventuale fu sede di importanti incontri politici e delle fiorenti attività culturali delle accademie seicentesche. Al pian terreno la Gipsoteca Leonardo Bistolfi propone attraverso le opere il lungo percorso artistico dello scultore casalese dal primo gusto verista alla più matura adesione al Simbolismo e al Liberty. Al primo piano la Pinacoteca presenta dipinti di Pier Francesco Guala, di Guglielmo Caccia e della sua scuola, di Niccolò Musso, Francesco Cairo, Eleuterio Pagliano, Giuseppe Olearo e Angelo Morbelli, oltre a ceramiche e sculture lignee. In ognuno dei due chiostri si conserva un quadrante solare con la data del 1754; in quello piccolo, detto “dei morti”, è collocato il portale rinascimentale della demolita chiesa di Santa Maria di Piazza, trasferito dal giardino di Palazzo Leardi.  Di fronte sorge Palazzo Ottavi, già residenza della famiglia Gaspardone, con in facciata un bassorilievo del Bistolfi dedicato a Ottavio Ottavi e la lapide in ricordo del soggiorno casalese di S. Luigi Gonzaga (nel Seicento era sede del Maestrato di Monferrato). La via affianca l'antica Chiesa di Santa Croce, che prospetta sulla centralissima via Roma l'imponente facciata neoclassica che a metà Settecento il Magnocavalli ha addossato alla chiesa tardogotica officiata a metà del Duecento dagli Umiliati. Passata nel secolo successivo agli Agostiniani, che la ampliarono più volte, sconsacrata e restaurata, è stata trasformata in galleria commerciale. Svoltando a destra in via Roma, poi a sinistra in via Balbo, si entra nel ghetto istituito nei primi decenni del Settecento, dopo il passaggio del Monferrato ai Savoia. Al termine di vicolo Salomone Olper, al centro del quartiere ebraico si apre l'ingresso della splendida Sinagoga, sorta nel 1595 (apertura: tutte le domeniche 10/12 - 15/17; chiusura: sabato, tutte le festività ebraiche, il mese di agosto e i mesi invernali; visite durante la settimana per gruppi su prenotazione; tel. +39.0142.71807 - web www.casalebraica.info). Decorata con pitture e  stucchi dorati, ricca di  iscrizioni in ebraico (unica eccezione la lapide che ricorda l'emancipazione del 1848), è un esempio unico di barocco piemontese ed è considerata una delle più belle d'Europa. Gli ampi matronei ospitano il Museo degli Argenti, ricco di preziosi terminali e corone per i rotoli della Legge sbalzati, cesellati o in filigrana d'argento, oltre  a sale dedicate alle tradizioni e alle festività ebraiche. Nell'antico forno delle azzime il Museo dei Lumi, unico nel suo genere, raccoglie numerose lampade a otto bracci per la Festa delle Luci, all’inizio dell’inverno. In due grandi locali, dedicati alla memoria di Livia Pavia Wollemborg, è conservato l'archivio storico (con antichi manoscritti, editti di tolleranza dei Gonzaga e testi religiosi), che consente di ricostruire la storia dell'antica comunità casalese.  L'itinerario si conclude davanti al tardoquattrocentesco Palazzo Anna d'Alençon. La facciata che prospetta sulla via non presenta alcun segno esteriore di distinzione, ma è sufficiente varcare la soglia del massiccio portone per immergersi in un’atmosfera di grande suggestione. Il soffitto a cassettoni dell’ampio porticato colonnato, il suggestivo cortile, le colonne in laterizio con capitelli cubiformi, le decorazioni con motivi geometrici e stemmi araldici delle famiglie nobili legate ai marchesi di Monferrato, sono tutti elementi che attestano l’importanza storica della signorile dimora. Di buon auspicio la scritta augurale posta sull’architrave dell’antico portale di accesso che recita: “Duri questa casa fin tanto che la formica abbia bevuto tutti i flutti del mare e la tartaruga abbia fatto tutto il giro della terra”. Assai interessante l’arma genealogica con i gigli di Francia della marchesa Anna d’Alençon e le insegne della dinastia paleologa che ornano la base della scala per il piano nobile. Di grande effetto il cassettonato ligneo e l’alta fascia di affreschi seicenteschi del grande salone al pian terreno del palazzo di proprietà dei Bobba e poi dei Fassati di Balzola. Restaurato dall’ing. Vittorio Tornielli nel 1929, il palazzo è tornato all’antico splendore grazie a una recente e accurata operazione di ripulitura delle decorazioni.

Da via Garibaldi a via Lanza

Con le spalle a piazza Castello, si imbocca l'elegante via Garibaldi, su cui si affacciano alcune delle più prestigiose residenze della nobiltà paleologa, rimodernate in età barocca. Esempi inconfondibili di dimore aristocratiche sono il Palazzo Grisella di Rosignano e il Palazzo Scozia di Calliano sul lato sinistro della via. Il primo, attribuito a Giacomo Zanetti, presenta una singolare facciata in cotto ornata con finestre e cornici barocche, al piano nobile preziosi affreschi dei fratelli Galliari, attivi a fine Settecento anche al vicino Teatro dei Nobili. Nell'Ottocento venne aggiunta l'ala verso la piazza Castello, su progetto dell'arch. Alessandro Antonelli. L'altra costruzione, già dei marchesi Scozia, poi dei Guasco di Bisio, si distingue per l'elegante portale e l'ampio cortile con colonne rinascimentali. Di fronte sorge la dignitosa dimora nobiliare dei Biglione di Viarigi (poi Maistre-Pavia) con l'arma gentilizia sul portone e il porticato con la statua di Venere. Durante la seconda guerra di indipendenza ospitò Giuseppe Garibaldi (lapide in facciata). La via si chiude sulla facciata della Chiesa di Sant'Ilario, realizzata dall'arch. Crescentino Caselli. Già officiata nel Cinquecento dai Carmelitani, ospitati nel vicino convento, la chiesa fu rimaneggiata nell'Ottocento. All'interno si conservano lo splendido San Francesco ai piedi del Crocifisso e la Madonna del Carmine, opere del pittore caravaggesco Niccolò Musso. In sacrestia un piccolo tesoro: la autentica copia seicentesca della Sindone, che padre Bonaventura avrebbe voluto inviare in Irlanda, sua terra d'origine, con una lettera di accompagnamento (ancora esistente) per i cattolici vittime di gravi persecuzioni. Nelle vicinanze, in via Palestro, il Palazzo Ardizzone d'Arco conserva, dietro la facciata scapittiana con stucchi, le splendide sale affrescate da Agostino Ratti e Bartolomeo Rusca con soggetti mitologici. Si conservano antichi sigilli e minutari dei notai monferrini dell'Archivio notarile. In via Lanza il Palazzo Scorza, antica sede dell'ospedale Santo Spirito, è stato trasformato il condominio. Palazzo Morelli di Popolo, con ampio cortile e atrio, conserva al piano nobile splendidi soffitti con figure mitologiche affrescate dal Guala. Poco oltre l'imponente facciata neoclassica del Palazzo della Misericordia, sorto nella seconda metà del Settecento per volontà della cinquecentesca Opera Pia, ospitava una antica farmacia. Dopo i lavori di restauro (nel corso dei quali sono emersi reperti romani nel cortile), è stato trasformato in condominio. Oltre la piazza Coppa, su cui si affacciava la chiesa di San Francesco (demolita nel 1835), la facciata con statue e stucchi della seicentesca Chiesa di San Giuseppe, eretta su disegno di Sebastiano Guala con pregevoli tele del Cerano, di Lucrina Feti e di Eleuterio Pagliano, oltre a due paliotti di Pietro Antonio Guazzone (1732). Curioso il campanile a sezione triangolare. Di fronte all'oratorio, meritano una menzione speciale (e un assaggio) i famosi Krumiri di Casale, sfornati dalla pasticceria Portinaro, tipici dolci artigianali confezionati con ingredienti di un'antica ricetta. L'itinerario si conclude in largo Lanza, davanti alla casa natale dell'importante uomo politico (lapide in facciata), quasi sotto l'arco prospettico di fattura rinascimentale che arreda piazza Mazzini, il salotto della città.

La seconda domenica del mese e il sabato precedente l’Assessorato alla Cultura organizza “Casale città aperta” iniziativa che garantisce l’apertura di numerosi monumenti e dei musei cittadini.

Personaggi. Leonardo Bistolfi (Casale 1859 - La Loggia 1933), scultore, uno dei maggiori esponenti del Simbolismo, senatore del Regno. Riposa tra i cittadini illustri nel Famedio del cimitero di Casale, vicino al quale fu poi collocato il famoso Cristo che cammina sulle acque, donato nel 1934 dalla famiglia e fuso dall'opera in gesso dopo la morte dell'artista. Luigi Canina (Casale 1795 - Firenze 1856), architetto, studioso di archiettura antica e archeologo di grande fama, ha ampliato Villa Borghese su incarico del principe Camillo Borghese. Casale lo ricorda con una lapide sulla facciata della casa natale e con il monumento dello scultore Benedetto Cacciatori. E' sepolto in Santa Croce a Firenze. Pier Francesco Guala (Casale 1698 - Milano 1756), pittore, autore di opere di soggetto religioso e profano, che si distinguono per l'originalità delle soluzioni compositive. Molte sue opere nei palazzi casalesi, nei castelli e nelle chiese del Monferrato. Giovanni Lanza (Casale 1810 - Roma 1882), medico, importante uomo politico, presidente del Consiglio dei ministri dal 1863 al 1873 e deputato al Parlamento fino alla morte. Francesco Negri (Tromello 1841 - Casale 1924), avvocato, sindaco di Casale e studioso d'arte, è noto soprattutto come fotografo, sperimentatore nell'arte fotografica e nella microbiologia, inventore del teleobiettivo. Natale Palli (Casale 1895 - Mont Pourri, Francia 1919), aviatore pluridecorato durante la prima guerra mondiale, pilota di Gabriele d'Annunzio, ideatore del celebre volo su Vienna del 9 agosto 1918. Morì in un incidente di volo, dopo un atterraggio di fortuna sulle Alpi francesi. Ascanio Sobrero (Casale 1812 - Torino 1882), chimico e medico, fu il primo scienziato a sintetizzare la nitroglicerina, da cui Nobel derivò la dinamite, e il sobrerolo, un farmaco mucolitico che da lui prese il nome. Francesco Ottavio Magnocavalli (Casale 1707 - Moncalvo 1789), conte di Varengo, figura di spicco della città, fu dilettante di architettura e autore di molti progetti di chiese e palazzi a Casale e in Monferrato. Meno nota la sua attività letteraria, come tragediografo, e quella di erudito in molti campi del sapere (musica, storia, religione, antichità, matematica e agricoltura). Egidio Ortona (Casale 1910 - Roma 1996), diplomatico, ambasciatore per l'Italia alle Nazioni Unite (1958-61) e Segretario generale del Ministero degli Esteri (1966-67), testimone dei principali avvenimenti della storia del secolo scorso negli Stati Uniti, dove ha trascorso gran parte della sua carriera. Riposa nella tomba di famiglia del cimitero di Casale, che nel 2007 gli dedicò i giardini pubblici di Piazza Martiri della Libertà e una lapide sulla casa natale. Guglielmo Cassinelli (Casale 1897 - 1962), generale di Brigata aerea, decorato della Medaglia d'oro al valore aeronautico per il record del mondo di velocità sulla distanza dei 100 km conquistato nel 1933. Ha comandato il famoso Reparto Alta Velocità di Desenzano (RAV). Dal 2011 la città natale gli ha dedicato il viale pedonale che collega piazzale Aeronautica a via Rosselli. Rossana Ombres (Torino 1930 - Livorno 2009), poetessa e scrittrice, giornalista, torinese di nascita, ma casalese di adozione, ha trascorso gli anni dell'infanzia nella villetta attigua al pastificio del nonno al Valentino. Ha ricevuto molti premi per le opere, di cui alcune dedicate a Casale, luogo prediletto anche dalla sua poesia. Mons. Luigi Novarese (Casale 1914 - Rocca Priora 1984), sacerdote, fondatore delle associazioni Centro Volontari della Sofferenza e dei Silenziosi Operari della Croce. Beato dall'11 maggio 2013. Alla Cascina Serniola sul colle di Sant'Anna, luogo della nascita, piccolo museo visitabile su richiesta (Strada San Giorgio Miglietta 4, Casale Monferrato; tel. +39.0142.781896; fax +39.0142.460581; Email casale@sodcvs.org).

Cittadinanza onoraria. Hanno la cittadinanza onoraria di Casale il cap. Jefferson (1945); il vescovo Giuseppe Angrisani (1970); l'ambasciatore Egidio Ortona (1970); il banchiere Camillo Venesio (1970); la soprintendente Noemi Gabrielli (1970); l'ing. Sergio De Amicis (1970); il dott. Luigi Baudoin (1970); il gen. Gustavo Leporati (1981); Luigi Briganti (1983); il ministro Antonio Zamberletti (1986); Rita Levi Montalcini, premio Nobel (1987); Lea Rabin (1997); prof. Anton Kostal (2003); il card. Severino Poletto (2005); don Pierino Fumarco (2007); la Brigata Taurinense (2008); i proff.  Aldo Angelo Settia (2008) e Giovanni Reale (2012).

Fontane. Alla periferia della città, in zona Ronzone, è famosa la fonte Morana, celebrata dalla scrittrice casalese Rossana Ombres.

Istituzionali/Municipio

Municipio

Istituzionali/U.R.P.

U.R.P.

Istituzionali/Trasporti extraurbani/Autobus

Arfea

Autoticino

Gruppo STAT

autobus turistici

GTT

Istituzionali/Trasporti extraurbani/Treni

Stazione FF SS

Casale ha collegamenti ferroviari diretti con Chivasso e Alessandria, da cui si raggiungono le principali città.

  • Indirizzo

    Piazza Vittorio Veneto

Istituzionali/Servizi/Pronto soccorso

Pronto Soccorso

Istituzionali/I.A.T.

I.A.T.

Commerciali/Prodotti tipici/Distillati

Distilleria Magnoberta

Commerciali/Prodotti tipici/Dolci

Amaretti Eugenia

Krumiri Rossi

Laboratorio artigianale Portinaro

Commerciali/Prodotti tipici/Formaggi

La Briata

  • Indirizzo

    Fraz. Casale Popolo, Cantone Grassi 19/a

  • Telefono

    +39 0142 77489

La Vetriata

Commerciali/Prodotti tipici/Frutta

Cascina Trapella

Vende anche anatre, oche e polli

Luparia Federico

Commerciali/Prodotti tipici/Miele

Azienda Apistica Pitarresi

Commerciali/Prodotti tipici/Riso

Az. Agr. Ardizzina

Az. Agr. Girino

Commerciali/Prodotti tipici/Vino

Az. Agr. Barbano Isabella

Cascina Bottazza

La Pavesa

  • Indirizzo

    Frazione Pozzo Sant'Evasio - Strada Asti 29

  • Telefono

    +39 0142 55616

Riso della Grangia

  • Indirizzo

    Frazione Terranova - Tenuta Grangia di Gazo

  • Telefono

    +39 0142 805308

Soc Agr. La Faletta

Commerciali/Ricettività/Affittacamere

Il Portico

Villa Mery Guesthouse

con servizio di colazione

Commerciali/Ricettività/Agriturismi

Bottazza

Casina Trapella

Dal Barbalando

La Faletta

Commerciali/Ricettività/Alberghi

Business

Candiani

Leon d'Oro

Principe

Commerciali/Ricettività/Bed & breakfast

Casa Cristina

Casa della Sala Spada

Da me e te

Il Cortiletto

La Casetta

La Vetriata

Le Ninfee

Tenuta Il Galletto

Commerciali/Ricettività/Pub

Bach Stube

Beerhouse

Birrificio Moonfrà

Circus

L'Operetta

Ol Mal de Cò

Ristopub Al Solito Posto

Commerciali/Ricettività/Pizzerie

Al Caminetto

Apollo

Aquila

Bella Napoli

Buon Gusto

da asporto

Capri

Da Regina

Doppio Zero

Il Pescatore 4

La Lanterna

La Voce del Mare

Le Tre Tortore

Marechiaro

Mondo Pizza

pizza al taglio e da asporto

Pizzeria del Corso

Pizzò - Battisti

al taglio e da asporto - consegne a domicilio

Pizzò - Giovane Italia

pizza la taglio e da asporto  consegne a domicilio

Pizzò - Roma

pizza al taglio e da asporto - consegne a domicilio

Santa Lucia

Commerciali/Ricettività/Ristoranti

Accademia Ristorante

Alen

Cicinbarlichin

Circolo Pantagruel

Cucina vegetariana

Drogheria Corino

Gubistrò

Hostaria Il Galletto

Il Cortile

Il Portico

La Brasserie

La cucina come una volta

La Locomotiva

La Lupa

La Torre

Le Terre del Grignolino

Locanda Rossignoli 1913

L'Osteria Gil

MenoUno

Oscar's

Osteria Amarotto

Osteria Bar Sport

  • Indirizzo

    frazione San Germano, strada Alessandria 85

  • Telefono

    +39 0142 50686

S'ciapa Pum

Commerciali/Ricettività/Vinerie

Ca' del Gine - Wine Bar

Enoteca Regionale del Monferrato

  • Indirizzo

    piazza Castello (cortile del Castello Paleologo)

Riccardo Coppo Vini

Rosso Vivo

Soliti Ignoti

Tirabosson Monferrato

Commerciali/Ricettività/Residence

Eco Residence

Commerciali/Ricettività/Ostelli

I Pianeti

Commerciali/Ricettività/Ristoranti Etnici

Il Girasole

cucina cinese e giapponese

Sakura

Ristorante giapponese

Yoshiko

Cucina cinese e giapponese

Commerciali/Servizi/Farmacie

Antica Farmacia del Duomo

Chiusa il sabato

Farmacia Bianchi

Farmacia Bodo

Farmacia Botto dr. Artemisia

Chiusa il giovedì

Farmacia Bramante

Farmacia Cucchiara

Farmacia dell'Ospedale

Farmacia del Valentino

Farmacia dr. Fabris

Farmacia Misericordia

Farmacia Popolo

Chiusa il sabato

Farmacia Porta Milano

Farmacia Praga

Farmacia Vicario

Commerciali/Servizi/Aree camper

Area camper

  • Indirizzo

    zona San Bernardino - presidio ecologico camper in zona San Bernardino, dietro Palazzetto dello sport; acqua, pozzetto

    Regione Regina Claretta - area attrezzata sosta camper presso agriturismo Barbalando, Regione Regina 135, Frazione Torcello, tel. +39 0142 408241, cel. +39 347 7642931; a pagamento: acqua, pozzetto, elettricità, servizi, spazio tende

Commerciali/Servizi/Emergenze

Defibrillatore

  • Indirizzo

    CRI, strada Vecchia Str. Pozzo S. Evasio 1/L

    Centro Buzzi, Corso Valentino 95/A

    Piazza Castello, ingresso Mercato Pavia,

    Via Mameli, c/o Urp

    Piazza d’Armi 1, c/o biglietteria di Cinelandia

Commerciali/Servizi/Ciclisti

Cicli Pinato

Ciclofficina Munfrà

Effe Bike

Iemmola Giuseppe

Twin Cam

Commerciali/Strutture per il tempo libero

Area Delta 47

accademia di paracadutismo sportivo

Skate Park

pista di pattinaggio - aperto tutti i giorni

  • Indirizzo

    Piazzale degli Alpini

Commerciali/Strutture per il tempo libero/Piscine

Aquafit

piscina coperta - palestra

Centro Nuoto Casale

anche piscine al coperto

Montecarlo

Commerciali/Strutture per il tempo libero/Golf

Golf Club Monferrato

percorso a 9 buche

POI (Points of Interest)

Fontane dell'Acqua

  • Indirizzo

    Fonte attrezzata: acqua potabile naturale o gasata a pagamento con monete in Via Novarese, angolo via Bertana

    Fontanelle pubbliche: Piazza Castello - Piazza S. Francesco  - Giardini pubblici, in viale XIII Martiri della Libertà