Il nome del luogo, che deriva dal latino “glarea” (ghiaia), appare nel 1320 nella forma “De Glarolis” ad indicare i signori del luogo, mentre il primitivo abitato di Mogliole, che designava il luogo in cui sorse il castello, deriva da “Moglia” (terreno acquitrinoso). Probabilmente già nel Trecento il processo medievale di incastellamento spostò l’abitato a ridosso della struttura fortificata, dando origine all’attuale borgo. La storia quasi millenaria del paese si confonde con quella dei Sannazzaro (immenso l'archivio di famiglia) e dell'importante ruolo di intermediari da loro svolto tra le diverse sfere di potere.
Castello. Fondato a seguito del diploma imperiale concesso nel 1163 da Federico Barbarossa ai Sannazzaro, futuri signori del luogo, già titolari di possessi e diritti nel pavese. Sorto al confine del marchesato del Monferrato, fu occupato nel 1338 dai marchesi di Monferrato durante la guerra contro i Visconti di Milano, ma poi restituito ai Sannazzaro dopo mezzo secolo. Il castello ha subito trasformazioni e restauri in varie epoche. L'ala più antica, prospiciente la chiesa di San Giacomo, conserva i resti del ponte levatoio, una bifora quattrocentesca e una torre con finestre gotiche rimaneggiate. Le due grandi torri furono aggiunte alla fine del Cinquecento. La manica verso l'abitato, circondata da un fossato, venne restaurata nella seconda metà del Settecento. Ma l'intervento più importante fu eseguito dal conte Giacinto a metà dell'Ottocento, quando furono realizzate le finestre neogotiche e rialzata la torre di vedetta. All'interno lavorarono importanti artisti piemontesi, oltre ad un giovane pittore, appartenente alla famiglia Grosso, che morì per una caduta mentre stava affrescando la sala da ballo. Da allora, pare che il suo fantasma si aggiri nelle sale del castello accendendo, a dispetto dei proprietari e degli ospiti negli angoli più impensati... Il giardino con grande parco all'inglese è bagnato dal torrente Grana che forniva l’acqua al fossato, la ghiacciaia è circondata da alberi centenari d’alto fusto. Nel castello vive con la sua famiglia il conte Giose Sannazzato Natta, che ne consente la visita. Tra i personaggi famosi, nel maggio 1859 si incontrarono Vittorio Emanuele II con Napoleone III, il quale, avvezzo a ben altre prelibatezze, non amando troppo il bollito misto, pare esclamasse perplesso: “Toujours du bouilli, jamais du rôti!”. E' forse da allora che ancora pensiamo all'arrosto, come ad una nobile preparazione, al bollito, ad una plebea ghiottoneria.
Chiesa di San Giacomo. La trecentesca chiesa del castello è ricordata fin dalla metà del Cinquecento all'interno del ricetto. In seguito a concessioni vescovili e accordi tra l’autorità ecclesiastica e i Sannazzaro, fu il centro della devozione locale fino alla costruzione della nuova parrocchiale. La facciata a capanna tripartita da quattro contrafforti ha linee semplici e austere. All’interno una tela del Moncalvo, una pala lignea cinquecentesca e affreschi della stessa epoca. Nella cripta sono sepolti esponenti della famiglia.
Chiesa parrocchiale di San Pietro Apostolo. L'attuale chiesa parrocchiale, che conserva la dedicazione a S. Pietro, fu eretta col titolo di prevostura nel 1593. L’edificio attuale costruito nel 1840 conserva della vecchia costruzione il campanile settecentesco. Al centro della facciata campeggia l’affresco del titolare della chiesa attribuito al Maggi, autore anche delle decorazioni sulla volta e sulle vele della cupola. Il presbiterio e il coro furono invece realizzati a metà del Novecento dal novarese Cesare Musso. Nelle cappelle laterali si conservano tele dell'Alberini e del Caccia. L'ottocentesco organo Mentasti è stato restaurato nel 2004.
Chiesa antica di San Pietro. L'antica chiesa “sancti Petri de Glaroliis”, che alla fine del Duecento apparteneva alla pieve di Mediliano, aumentò la propria importanza nei secoli successivi con la presenza di canonici. Oggi inglobata nell’attuale cimitero, è ad aula unica, orientata, ma più volte rimaneggiata nei secoli. L’attuale facciata con portico venne realizzata nella prima metà del Seicento, mentre più antica è la parte absidale in stile romanico. All’interno si trovano pregevoli affreschi quattrocenteschi.
Personaggi. Oreste Pasquarelli (Giarole 1846 - Casale 1918), l'interesse per la musica, gli fece abbandonare la facoltà di Ingegneria. Fu direttore del coro del Teatro Regio di Torino e sindaco di Giarole nel 1892. Ebbe anche una grande passione per la fotografia, con l'invenzione di apparecchi per catturare immagini in movimento.
Via Vittorio Emanuele 39
Festa di Primavera, inserita nella kermesse Riso & Rose in Monferrato (maggio), visite guidate al castello, mercatini, spettacoli. Rif. Mon.D.O. www.monferrato.org, tel. 0142 457789.
Festa patronale di San Giacomo, 25 luglio folklore, enogastronomia, musica, rif. Comune e Pro Loco, tel. 0142 68265.
Festa del Mais a settembre, enogastronomia, rif. Comune e Pro Loco.
biscotti di mais cotti al forno
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tennis, pallavolo, pallacanestro, calcetto, campo da calcio regolare illuminato, campo da calcio a sette, palestra
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