Punti panoramici. Dal sagrato della parrocchiale si può godere uno splendido panorama sull'anfiteatro collinare e sul parco del castello.
Passato nel 1164 per volere dell'imperatore Federico Barbarossa al marchese Guglielmo V, il borgo di Ozzano venne fortificato. Il 14 marzo 1521 la marchesa Anna di Alençon, vedova di Guglielmo IX di Monferrato, investì il card. Mercurino Arborio di Gattinara, cancelliere dell'imperatore Carlo V, del feudo di Ozzano. In epoca gonzaghesca, negli anni difficili per il Monferrato travagliato dalle guerre, fu più volte devastato e saccheggiato. Passato in eredità ai Gattinara-Lignana, poi ai Sannazzaro di Giarole, ai Cocconito di Montiglio, il castello è oggi di proprietà dei Visconti. Per le caratteristiche geologiche il territorio comunale fu intensamente sfruttato per l’estrazione della pietra calcarea come legante per le costruzioni. Nell'Ottocento, a valle dell'abitato, in località Lavello (per la presenza di una fonte utilizzata dalle donne per lavare i panni), si insediò la nascente industria cementifera, grazie alla costruzione da parte delle truppe napoleoniche dell'attuale strada Casale-Torino e della successiva stazione sulla linea ferroviaria Asti-Mortara. Dal 1863 prese il nome di Ozzano Monferrato.
Resistenza. Ogni anno si ricorda la morte eroica dell'aviere Alfredo Piacibello, nato a Casale nel 1912, ispettore militare della Brigata “Fox”, catturato il 28 ottobre ‘44 a Pontestura e ucciso davanti alla stazione ferroviaria di Ozzano, medaglia d'oro al Valor militare alla memoria.
Castello. Il castello, che nei secoli ha subito numerosi interventi, si presenta oggi come una residenza nobiliare di rango elevato, circondata da alte mura di notevole forza difensiva. In prossimità dell'ingresso l'antico tratto di muratura in laterizio conserva finestrelle a doppia ghiera e merli a coda di rondine. Il castello, di proprietà della famiglia Visconti, è chiuso al pubblico. All'interno, oltre a soffitti a cassettoni, si conservano due tele settecentesche del pittore casalese Pier Francesco Guala e un ritratto di Mercurino Arborio di Gattinara. E' visitabile, in alcune occasioni, il parco con i giardini pensili e quelli all'italiana all'ombra del secolare cedro del Libano, che prospetta sul sagrato della chiesa parrocchiale, la cui torre campanaria è inglobata nella parete tufacea.
Chiesa parrocchiale di San Salvatore. Costruzione tardo-gotica risalente alla prima metà del Quattrocento, elencata nel 1911 tra gli edifici monumentali nazionali. La facciata in mattoni a vista con portale di gusto neoclassico prospetta sul panoramico sagrato in ciottoli con motivi geometrici. L'interno della chiesa è suddiviso in tre navate sorrette da colonne in laterizio con capitelli in cotto in parte decorati e reggenti arcate a tutto sesto. Nella cappella in testa alla navata laterale di destra, decorata a stucco, una statua settecentesca della Madonna del Rosario; in quella di sinistra un settecentesco paliotto policromo in scagliola e una pala raffigurante la Madonna col Bambino e i Ss. Carlo e Bovo. Di notevole interesse gli antichi affreschi tardo-quattrocenteschi attribuiti a un pittore della bottega di Martino Spanzotti (con richiami alla cappella di Santa Margherita di Crea), sottoposti ad un restauro conservativo con il contributo di Idea Valcerrina.
Chiesa di San Giovanni Battista. In stile neogotico, costruita nel parco del castello nel 1878 per espresso desiderio della popolazione e restaurata nel 1937. In facciata una formella con S. Giovanni Battista e sullo sfondo il castello e lo stemma araldico dei Visconti.
Chiesa di Maria Assunta. Posta in prossimità dell'incrocio per Treville e Rosignano, la chiesa risale all'inizio del Settecento. Restaurata a metà dell'Ottocento, fu affiancata da una abitazione. Venne amministrata dalla confraternita dei Disciplinanti fino al 1939.
Chiesa di San Giuseppe. Costruita in stile neogotico nel 1910 al Lavello con fondi dei fratelli Sosso su progetto dell'ing. Alzona. Fu sottoposta ad un radicale restauro nel 2004. All'interno un trittico in terracotta di Giovanni Bonardi e in una cornice lignea seicentesca proveniente da altra chiesa una tela con i Ss. Pietro e Giovanni di Luigi Morgari, donata dalle vedove Sosso in ricordo dei mariti.
Casa Bonaria-Simonetti. Raro esempio di architettura civile del Quattrocento. E' l'edificio privato più antico del paese, con finestre ad arco acuto, sviluppato su due piani: il piano terra in blocchi di pietra da cantoni e il primo piano in mattoni a vista. Il solaio è in legno con pavimento in cotto, molto particolare l'altana angolare in legno, sorretta da grandi travi in rovere e sporgente dal muro perimetrale. L'edificio ha subito negli ultimi decenni due restauri.
Villa Braccio. Dimora ottocentesca dell’illustre avvocato Severino Braccio, sindaco di Casale all'inizio del Novecento, eclettico letterato e scrittore con lo pseudonimo di Cesare Vincobrio.
Casa Barbano. L’edificio con splendido giardino degradante verso valle che si affaccia come una balconata sul paesaggio circostante.
Palazzo Squassi. Una costruzione importante per un piccolo centro, apprezzabile il grande scalone con la volta affrescata.
Casa Massa. Già di proprietà della famiglia Calleri, il palazzo immerso nell'ampio parco, ospita una struttura ricettiva.
Associazione Culturale Operò. E' nata nel 1995 con lo scopo di perpetuare la conoscenza della cultura e delle tradizioni per evitare di far cadere nell’oblio ciò che ha caratterizzato il paese nel passato, qualificandolo per il futuro. E' formata da volontari che hanno iniziato una ricerca accurata di strumenti, attrezzi e documenti dell’attività estrattiva e produttiva del cemento, di cui resta traccia nelle imponenti vestigia di archeologia industriale ancora presenti sul territorio. Ha realizzato l'esposizione permanente “Uomini di miniera”, intitolata a Vittorio Pansecchi, di oggetti che caratterizzano la figura del cavatore e di attrezzi utilizzati nelle miniere di marna del Monferrato (prenotazione visite: e-mail segreteria@associazioneopero.it, via Perbocca, 3).
Archeologia industriale. Apre il percorso della “Valle dei Templi” postindustriale la maestosa vista delle torri di sei forni verticali dello Stabilimento Milanese e Azzi, risalente agli anni Venti del Novecento, accanto all'arrivo della teleferica costruita nel 1924 per trasportare la marna dalla miniera Claretta. Poi nella stretta valle del Rio Fontanola l’ingresso della Galleria Laurenta inaugurata nel 1901, considerata per la sua lunghezza la “madre di tutte le gallerie”, e l’imponente struttura dello Stabilimento Unione Cementi Marchino (1920 circa) con il binario a scartamento ridotto collegato con lo scalo ferroviario del Lavello. In regione Cavallera il caseggiato che alloggiò nel 1921 i cavatori bergamaschi chiamati a sostituire quelli monferrini in sciopero da diversi mesi. Il più interessante monumento di archeologia industriale è il Pozzone Cavallera in cemento armato e mattoni, profondo cento metri con due ascensori per portare in superficie i vagonetti carichi di marna (visite guidate da parte dei volontari dell’Associazione Operò: e-mail segreteria@associazioneopero.it).
Il Comune promuove un calendario di visite guidate ai beni storico artistici del Borgo Antico e ai luoghi di Archeologia Industriale dedicati alla storia dell’estrazione della marna da cemento. Tutte le domeniche da aprile a fine ottobre sono aperti e visitabili la chiesa parrocchiale (15-18), la chiesa di Santa Maria Assunta e l’ Infernot Zavattaro (9-12 e 15-18). Possibile visitare anche parte dell’ ex Cementeria Giovanni Rossi ora di proprietà comunale dove vi è un raro forno rotante orizzontale. L’ufficio del turismo organizza visite anche su prenotazione.
Personaggi - Tommaso Sosso (Ozzano 1810 - 1850), pioniere dell’industria cementiera, fondò nel 1838 la prima industria per la lavorazione della calce, seguito dai figli Giovan Battista, Pietro e Giovanni, che fecero di Ozzano la culla del cemento naturale Portland. Antonio Olearo (Ozzano 1921 - Casale Monferrato 1945), partigiano comandante della “Banda Tom”, medaglia d’oro al valor militare alla memoria. Mons. Luigi Lavagno (Ottiglio 1911 - Ozzano 1996), cappellano militare in Russia, parroco “storico” e ideatore della casa di riposo Soggiorno per Anziani Boltri-Lavagno.
Patrimonio dell'Umanità. Dal 22 giugno 2014 “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte” sono iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell'Umanità. L'area monferrina, di cui fa parte il comune di Olivola, è stata scelta per la diffusione degli “infernot”, una singolare tipologia di manufatti architettonici scavati nella cosiddetta “pietra da cantoni” e utilizzati per la conservazione domestica delle bottiglie di vino. Gallerie scavate nel tufo nella casa di Celestino Massaza (regione Savoia 19/a).
Ozzano è Comune Bandiera Arancione, riconoscimento di qualità turistico-ambientale che il Touring Club Italiano conferisce ai piccoli comuni dell’entroterra italiano che si distinguono per un’offerta di eccellenza e un’accoglienza di qualità. Fa parte, altresì, della core zone della Componente 6 “Paesaggi vitivinicoli di Langhe Roero e Monferrato” riconosciuta dall’UNESCO tra i patrimoni dell’umanità.
Via Santa Maria 1
via Colombaro 2
via Perbocca 8
piazza Oreste Leonardi
via Emanuele Trotti
via Roma 34
miele e cosmesi naturale
via D’Annunzio 2
Cascina Nuova 21
S.P. 457 Casale-Asti 10 bis
Cascina Mossa - via G. Bianco 3
via Dionigi 40
Cascina Valpane 10
Cascina Genevrina, Strada Rosignano 9
via Marconi 2
piazzetta San Giovanni 2
via Roma 5
via L. da Vinci 22
via Roma 94/C
via Marconi 2
via Roma 41/a
via Roma, 7
via Rivara
Strada Cella Monte 12
Via Roma 36b
Cascina Gazzina 7
Cascina Fontanola 34
Via Sosso 7
via Savoia 9
via Diaz 12
via D’annunzio 2
via Roma, 5
via Roma 21
via Roma 28
c/o Centro Sportivo
via Perbocca
via Perbocca 8
Piazzale Avis
Piazzale Oreste Leonardi
Piazza Vittorio Veneto
Piazzale CementiRossi
parco giochi, piastra polivalente, campi calcio (campo da calcio regolare e uno da allenamento, campo da calcetto)
via Perbocca 8
Fonte attrezzata: Casetta dell’acqua (naturale o gasata -pagamento con monete o chiavetta)
è sita nella piazzetta di via Perbocca/piazza Leonardi
Fontanelle pubbliche via Roma (giardini caduti sul lavoro - piazza Vittorio Veneto)